Mercoledì il presidente ucraino interverrà con un discorso al Congresso Usa.
A renderlo noto gli stessi Democratici del Congresso degli Stati Uniti, mercoledì 16 il presidente ucraino Volodmyr Zelensky interverrà al Congresso. “Non vediamo l’ora di ascoltare il presidente Zelensky al Congresso e di trasmettere il nostro sostegno al popolo ucraino che sta difendendo con coraggio coraggiosamente la democrazia”. Hanno annunciato in una nota la speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader Democratico del Senato Schumer.
Le richieste di Zelensky all’Occidente sono sempre più imminenti e le pressioni aumentano. Il presidente ucraino chiede da giorni una no fly zone. Richiesta che però la Nato non vuole esaudire per una possibile interpretazione di guerra da parte della Russia. Zelensky chiede all’Unione europea e agli Stati Uniti di fare di più per l’Ucraina, come la richiesta di ammissione di emergenza tra i paesi membri dell’Unione. Richieste a volte infattibili o che porrebbero l’Occidente in una posizione troppo scomoda e darebbe l’inizio alla Terza Guerra Mondiale. Ora il presidente ucraino chiede più armi e ulteriori sanzioni alla Russia.
Il ruolo di Stati Uniti e Cina
Intanto i negoziati tra Ucraina e Russia procedono senza fare passi in avanti. Le due parti sono ferme sulle proprie posizioni senza trovare un punto di incontro. L’Ucraina non ha intenzione di cedere né di arrendersi. La Russia non tratta su quelle che sono le sue condizioni base per un cessate il fuoco. La situazione però nelle città ucraine e le stragi dei civili si fanno sempre più gravi e preoccupanti. Forse il quadro più tragico è quello che si evince dalla città di Mariupol. Qui i civili sono stremati e temono di avere le ore contate. Hanno fame, bevono acqua dalle grondaie o dalla neve che si scioglie. Muoiono di freddo, non c’è elettricità. Sono condizioni disperate e questo aumenta la fuga degli ucraini aumentando il numero di profughi alle frontiere.
Sul piano diplomatico, più che da Ucraina e Russia, gli Stati Uniti aspettano un passo avanti dalla Cina. L’unico in grado di smuovere questa situazione è Pechino e nei prossimi giorni dovrà prendere una decisione per cambiare il corso di questa storia. Ma ancora non vi è un chiaro esito dell’incontro di ieri a Roma tra Usa e Cina.